Mal di merito: L'epidemia di raccomandazioni che paralizza l'Italia by Giovanni Floris

Mal di merito: L'epidemia di raccomandazioni che paralizza l'Italia by Giovanni Floris

autore:Giovanni Floris [Floris, Giovanni]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Social Science, General, Popular Culture, Sociology
ISBN: 9788858620250
Google: fnmfTSJmTbwC
editore: Rizzoli
pubblicato: 2011-10-10T22:00:00+00:00


E mamma a casa

In Italia il 97 per cento dei primari è maschio, e la percentuale è più o meno la stessa se parliamo dei rettori o dei dirigenti di azienda. È ovvio che qualcosa non va.

Nel nostro Paese solo il 45 per cento delle donne ha un’occupazione (il tasso più basso d’Europa) contro il 70 per cento degli uomini, e, a parità di lavoro, le donne guadagnano il 7 per cento in meno.8 Su 10 posti con alto potere decisionale solo 2 sono in mano femminile, in Svezia sono 3, negli Stati Uniti 5.

Secondo l’Isfol, su 100 donne che lavorano, 13 lasciano l’impiego dopo la nascita del primo figlio; donne e uomini, se non si sposano, hanno la stessa partecipazione al mondo del lavoro (l’83 per cento), ma una volta sposati la donna comincia ad allontanarsi dal mercato, e il tasso di partecipazione scende al 71 per cento. Secondo il Cnel il 23 per cento degli uomini italiani non dedica nemmeno 10 minuti al giorno al lavoro familiare, mentre tornate dalla fabbrica o dall’ufficio, le lavoratrici dedicano più di 5 ore alla famiglia. Le più «fortunate» sono le madri single, perché possono dedicare alla casa e ai figli «solo» 5 ore e 7 minuti al giorno: le donne sposate, a quanto pare, devono farsi carico anche del partner, e per loro il tempo di cura familiare sale a 6 ore e 25 minuti.

Se la famiglia si trasforma (ad esempio per la nascita di un figlio, o per la necessità di occuparsi di un parente) nulla cambia per l’uomo, i cui tempi di lavoro restano invariati. Gli unici tempi e ritmi a cambiare sono quelli della donna, che accetta di lavorare con orari ridotti rispetto ai colleghi maschi. Una su 4 sceglie il part time, probabilmente in modo da coniugare al meglio le esigenze di famiglia e ufficio, e non ci sarebbe nulla di male, dal momento che la resa sul posto di lavoro non è certo legata al tempo di permanenza davanti alla scrivania. Il problema è che in ufficio la scelta del part time viene vissuta come una resa, come l’addio al mondo produttivo della collega che sceglie la famiglia ma che non vuole rinunciare a uno stipendio. Secondo un sondaggio effettuato per conto dell’Unione Europea,9 7 donne su 10 si sono sentite dire sul lavoro che «dovrebbero occuparsi della casa e dei bambini e lasciare che siano gli uomini a lavorare e guadagnare»; l’87,7 per cento delle intervistate ritiene che gli uomini rivestano ruoli più elevati perché sulle donne grava la cura familiare, mentre il 64,7 per cento è convinto che sarebbe stato più facile fare carriera se fosse stato uomo.

Le donne guadagnano meno. Se prendiamo la busta paga di un impiegato pesa in media il 12 per cento in più di quella di una sua collega: in termini assoluti gli uomini guadagnano in media 26.327 euro annui lordi, mentre le colleghe intascano 23.078 euro. Se parliamo di dirigenti, la differenza media tra uomini e donne si è attestata intorno agli 8000 euro lordi l’anno.



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